Ogni 21 marzo è un viaggio sui binari della memoria
Da parecchi anni il primo giorno di primavera sono sceso in strada e ho partecipato alle iniziative promosse da Libera per ricordare le vittime delle mafie. Ritrovarsi il 21 marzo, in tanti, nei cortei e nelle piazze è diventato un appuntamento immancabile per chi ha a cuore la lunga lotta per la verità e la giustizia. Quest’anno non sarà possibile stare fianco a fianco fisicamente. Ciò nonostante siamo qui, insieme, a leggere, scrivere, parlarci a distanza.
Il 21 marzo 2015 a Bologna, in occasione della XX^ Giornata della memoria e dell’impegno, Libera coinvolse come sempre gran parte delle realtà associative bolognesi, compresa Piantiamolamemoria (). Per l’occasione, oltre a partecipare al colorato corteo che attraversò le strade della città, organizzammo presso la sede Cisl di via Milazzo il convegno “Terrorismo e mafie tra verità storica e verità giudiziaria”. Tra gli ospiti il magistrato Vincenzo Macrì, il giornalista Maurizio Torrealta, il sociologo Raimondo Catanzaro e Manlio Milani, presidente dell’associazione familiari vittime Piazza della Loggia. Libera aveva infatti accolto la proposta di ricordare, oltre alle vittime di mafia, anche quelle del terrorismo. La memoria non può essere selettiva: tutte le vittime del “terrore” meritano di essere ricordate; e tutte le vicende meritano di essere indagate, chiarite e raccontate. Possibilmente anche nelle scuole.
Tra i numerosi eventi che, nell’infinita notte della Repubblica italiana, hanno prodotto vittime innocenti, ce n’è uno che rappresenta – non solo simbolicamente – una sorta di cinghia di trasmissione tra la stagione del terrorismo di matrice politica e quella del terrorismo mafioso. Mi riferisco alla strage del Rapido 904, provocata dall’esplosione di una bomba collocata su quel treno, proveniente da Napoli, mentre attraversava la Grande Galleria dell’Appennino che collega Emilia e Toscana. La stessa galleria in cui dieci anni prima, il 4 agosto 1974, un’altra bomba (di matrice fascista e piduista, proprio come quella del 2 agosto 1980) devastò il treno Italicus. Erano le 19.08 dell’antivigilia di Natale del 1984, domenica 23 dicembre. Molti vennero a sapere della strage guardando Raffaella Carrà piangere in diretta tv: https://youtu.be/J1gqpsYd9TU
Il macabro conteggio ufficiale dell’ennesimo massacro compiuto “in tempo di pace” fu di 16 vittime e 267 feriti. Non a caso queste vittime vengono ricordate – oltre che nell’anniversario della strage – sia il 21 marzo, sia il 9 maggio, che è la Festa dell’Europa ma anche il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo. Alcune delle vittime erano bambini. Federica Taglialatela aveva 12 anni, era nata l’11 giugno 1972 e faceva la seconda media. Aveva gli occhi azzurri. Viveva a Ischia e stava viaggiando con i genitori e il fratello. Da Milano la famiglia sarebbe poi ripartita per Livigno, per trascorrere le feste sulle piste da sci. Federica morì sul colpo; il padre Gioacchino si spense invece in ospedale a causa della gravità delle ferite. Sullo stesso treno c’erano altri due bambini, Anna e Giovanni De Simone, di 9 e 4 anni. Anche loro come Federica viaggiavano insieme ai genitori: la mamma Angela Calvanese, 33 anni, insegnava in una scuola materna; Nicola De Simone aveva 40 anni e faceva l’operaio. Della famiglia De Simone non si salverà nessuno. In quel viaggio senza ritorno la piccola Anna aveva portato con sé la sua bambola preferita, che verrà fotografata tra le lamiere del treno devastato dall’esplosione. Le altre vittime di quella strage sono: Giovan Battista Altobelli, operaio cinquantunenne di Acerra; Anna Maria Brandi, 26 anni, studentessa di Lettere moderne che abitava in Belgio; Susanna Cavalli, 22 anni, studentessa di Lettere e Filosofia di Gaiano, un paese in provincia di Parma; Lucia Cerrato, 76 anni, pensionata di Napoli; Pier Francesco Leoni, 23 anni, studente di Parma, laureando di Giurisprudenza; Luisella Matarazzo (25 anni, di Torino) e Valeria Moratello (22 anni, di Verona), entrambe studentesse di Farmacia; Carmine Moccia, 31 anni operaio; Maria Luigia Morini, 45 anni, vigilatrice d’infanzia di Imola; Abramo Vastarella, carpentiere napoletano di 29 anni.
Un po’ di verità e giustizia queste vittime le hanno ottenute: Pippo Calò e i suoi complici fascio-mafiosi sono stati condannati. Uno di essi, l’artificiere tedesco Friedrich Schaudinn, è riuscito a sfuggire alla giustizia italiana, evidentemente grazie alla complicità dei servizi segreti (nostrani e non). Mancano in ogni caso alcuni tasselli per completare il quadro delle responsabilità e le ragioni di questa strage. Una ricerca della verità stoppata alla fine del 2017 dalla morte di Totò Riina, che era stato rinviato a giudizio nel 2013 con l’accusa di essere il principale mandante della strage: la morte dell’imputato ha interrotto il processo in corso a Firenze. A maggior ragione non possiamo lasciare soli i familiari delle vittime: la loro battaglia ci riguarda tutti. I processi per le stragi di Piazza della Loggia e di Bologna dimostrano che non è mai troppo tardi per arrivare ad una piena verità storico-giudiziaria. Lo si deve a Federica Taglialatela, alle altre quindici vittime, ai loro familiari. E lo si deve a tutti gli italiani.
Una settimana prima della strage Federica aveva scritto queste parole in un tema: “Le vittime della violenza siamo ni giovani (…) per eliminare la violenza bisogna far mettere, da parte di tutti i giovani, un granellino di volontà, perché noi siamo il futuro”. Tra i progetti formativi su questi argomenti interrotti dall’epidemia in corso, ce n’è uno in cui Piantiamolamemoria aveva coinvolto le scuole di Pianoro, paese in provincia di Bologna: “Stragi sulla Direttissima”. Un percorso di formazione, condiviso con ANPI Pianoro e Tavolo per la Pace, dedicato proprio alle tre stragi avvenute sulla tratta Firenze-Bologna tra il 1974 e il 1984. Oltre agli incontri in classe, volevamo accompagnarli in treno alla stazione di San Benedetto Val di Sambro e alla stazione di Bologna, i due luoghi che racchiudono la memoria di quelle tre stragi. Riprenderemo quel percorso appena possibile. Intanto studenti e insegnanti, come tutti noi, possono usufruire di queste occasioni di approfondimento che Libera sta meritevolmente pubblicando, giorno dopo giorno, su Facebook. Col medesimo spirito lo scorso 11 marzo abbiamo lanciato, sempre su Facebook, l’iniziativa “Per quanto colpita”: una serie di brevi videoletture, registrate in casa, dedicate alla memoria di alcune vittime. Ogni pillola viene pubblicata sulla bacheca (www.facebook.com/piantiamolamemoria) di Piantiamolamemoria nel giorno dei rispettivi anniversari.
Suggerisco a tutti la visione del documentario di Martino Lombezzi “Rapido 904 la strage di Natale”: https://vimeo.com/154998737
Altri approfondimenti e materiali utili li trovate su piantiamolamemoria.org, mappedimemoria.it e ladigacivile.eu.
Buon 21 Marzo a tutte e a tutti.
Riccardo Lenzi – presidente Piantiamolamemoria