Le mafie non si fermano in tempi di crisi ma elaborano nuovi strumenti e strategie d’azione per arricchirsi ed entrare in nuovi mercati da sfruttare a proprio beneficio. Dalla crisi sanitaria a quella economica, fino alla crisi sociale e quella ambientale, i segnali sono tanti. Segnali che raccontano una infiltrazione criminale e mafiosa sempre più radicata, subdola, che fa delle difficoltà un punto di forza per arricchirsi ed espandersi ancora di più.
È il tema di una serie di tre podcast che – partendo dal dossier scritto da Libera Bologna, scaricabile sul sito dell’associazione – approfondiscono il legame tra mafie e crisi.
Il primo episodio, sugli affari, le modalità, le infiltrazioni delle mafie durante l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19, con le voci della vicepresidente di Libera Enza Rando, la criminologa Anna Sergi, il ricercatore di Trascrime Michele Riccardi, il giornalista di IRPI Giulio Rubino, Alberto Vannucci, direttore del Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, e Francesca Rispoli dell’ufficio di presidenza di Libera.
(Musiche originali di Pietro Barbetta, illustrazione di Alice Tuccio)
Il secondo episodio del podcast è sugli effetti della pandemia in ambito sociale: l’emergenza sanitaria ha infatti causato anche una crisi economica con gravi ricadute sociali, funzionale alla crescita delle organizzazioni mafiose. In questo contesto, in cui crescono gli spazi di vulnerabilità già ampiamente presenti nel Paese, il legame tra espansione criminale e fragilità è sempre più forte e il rischio è quello che riguarda la possibilità per le mafie di diventare promotrici di un welfare sociale sostitutivo di quello previsto dalla nostra Costituzione.
Il podcast a cura di Sofia Nardacchione con le voci di Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Francesca Rispoli, dell’ufficio di presidenza nazionale di Libera, e Salvatore Celentano, che ha curato la parte legata all’emergenza sociale del dossier “Mafie e crisi” di Libera Bologna, da cui nasce questa serie.
Il terzo – e ultimo – episodio è sui legami tra mafie e ambiente: un connubio che va avanti da decenni, in territori considerati non luoghi di depredazione, guadagno, inquinamento. Perché anche la terra, la sabbia, la ghiaia, i fiumi, i mari sono ambiti di guadagno per chi ha come obiettivo quello dell’arricchimento, a scapito di tutte, tutti e tutto. Ci sono storie, casi, che riguardano il nostro Paese: strade costruite su rifiuti tossici, discariche abusive, materiali smaltiti illegalmente: sono il segno di criminalità ed ecomafie in continua crescita. Parallelamente c’è anche un altro aspetto: quello dei diritti violati e di disuguaglianze che crescono, come cresce la necessità del rafforzamento della giustizia ambientale e di quella sociale, che vanno di pari passo.
Il podcast con le voci di Giulia Paltrinieri, autrice de “Le mani sul fiume“, Luca Rinaldi, direttore di IrpiMedia e co-autore de “La Terra di Sotto“, e Giuseppe De Marzo, portavoce della Rete dei Numeri Pari.