Il Parco del Dopolavoro ferroviario è uno degli snodi strutturali nell’impianto urbanistico-ferroviario di Bologna, a poco più di un chilometro dalla stazione centrale: uno spazio sempre più frequentato, con locali, bar, campi sportivi, associazioni e ristoranti.
Lo stesso Parco è oggi al centro di un nuovo processo di mafia a Bologna, denominato “Ragnatela“, dal quale emergono vicende inquietanti che legano l’Appennino bolognese al centro città. Secondo quanto emerso dalle carte del processo, infatti, nel Parco si sarebbe consumato un pestaggio legato ad una tentata estorsione. Ad oggi, dieci dei diciassette imputati sono perseguiti per reati aggravati dal metodo mafioso.
La vicenda del Dopolavoro Ferroviario si fa ancora più urgente dal momento che il Comune di Bologna ha avviato una progettazione legata al PNRR: il Parco, che oggi è di proprietà di Ferrovie Italiane, dovrebbe passare in estate al Comune, che investirà 11 milioni di euro di fondi pubblici per la sua riqualificazione. In questo modo, il valore economico delle attività che lavorano al suo interno aumenta ulteriormente, così come il rischio che venga attratto negli interessi delle organizzazioni criminali.
Libera Bologna, in seguito a diverse segnalazioni ricevute dopo la pubblicazione delle prime video-inchieste, ha deciso di raccontare questi fatti all’interno della video-inchiesta “Il mondo nascosto del Parco del Dopolavoro Ferroviario“, presentata nel corso dell’ultima edizione del festival F.I.L.I.