Sono ormai diciassette giorni che nei nostri approfondimenti proviamo a lasciarvi spunti e consigli. Il lavoro di ogni giorno, infatti, non può e non vuole minimamente dire tutto quello che c’è da dire sui temi affrontati, ma aiuta, in primis, chi si impegna a scriverla e poi, speriamo, anche chi la riceve.
Il progetto è il frutto di un lavoro collettivo di volontarie del coordinamento di Libera Bologna che oggi vorremmo, in qualche modo, presentarvi. Abbiamo chiesto ad ognuna di suggerirvi un libro e un film che l’hanno segnata e formata nell’interesse per i temi che quotidianamente vi abbiamo proposto. Qui di seguito potete trovare le risposte:
Andrea:
il libro: “Il ritorno del principe. La criminalità dei potenti in Italia”
di Roberto Scarpinato e Saverio Lodato (Chiarelettere, 2008)
Lo consiglio per la precisa e accurata descrizione di come in Italia funzionano oggi le mafie: non più semplici famiglie, ma sistemi di potere sempre più interconnessi con altri pezzi di stato e società.
il film: “Anime nere”
di Francesco Munzi
per il racconto moderno, profondo e spietato di una delle mafie meno raccontate al cinema: la ‘ndrangheta.
Sara:
il libro: “Il suono di una sola mano”
di Maddalena Rostagno e Andrea Gentile (il Saggiatore, 2011)
Maddalena Rostagno racconta la storia del padre, Mauro, giornalista ucciso dalla mafia. Dall’attivismo milanese al periodo in India, dal rientro a Trapani, dove inizia a lavorare a Rtc denunciando Cosa Nostra, fino al suo assassinio il 26 settembre 1988.
il film: “Fortapàsc”
di Marco Risi
Il film racconta gli ultimi mesi di vita del giornalista Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra a soli 26 anni per le sue inchieste su crimine organizzato e politica pubblicate su “Il Mattino”.
Salvatore:
il libro: “Nuova Gestione”
di Matteo Marini (Round Robin, 2014)
Marini racconta diversi episodi di “piccoli imprenditori locali che hanno prestato il fianco, molti anche la faccia” alla criminalità organizzata in quella striscia di terra che da Gabicce Mare arriva a Rimini. Un testo che ha rappresentato per me l’inizio di un percorso di conoscenza e di impegno: cronache di una mafia degli affari, ma che non rinuncia alla violenza, a pochi passi da casa mia.
il film: “L’intrusa”
di Leonardo di Costanzo.
Il film, ambientato nella periferia di Napoli, a La Masseria, un centro ricreativo per bambini che vivono situazioni a rischio, ci fa trovare di fronte ad una delle estreme contraddizioni del lavoro sociale, lì dove bene e male vivono talmente vicini da entrare in contatto.
Pietro:
il libro: “Ho incontrato Caino”
di Marcello Cozzi (Melampo Editore, 2016)
Storie di mafia raccontate da sei pentiti ora al 41-bis. La lettura permette di avvicinarsi al mondo e al sistema educativo di valori in cui cresce e vive chi si affilia a Cosa Nostra.
il film: “Cartel Land”
di Matthew Heineman.
Racconta due storie di cittadini (un medico messicano e un veterano statunitense che vive al confine col Messico) che lottano contro i cartelli della droga usando le loro stesse armi. Due storie di uno Stato che manca, di potere, di narcotraffico e di violenza.
Ida:
il libro: “Cattivi Maestri”
di Don Giacomo Panizza (EDB, 2017)
Una riflessione nata da uno dei tentativi alternativi, pratici e quotidiani per combattere la mafia attraverso la pedagogia dell’antimafia, del vivere civile e comunitario. Racconta della comunità “Progetto Sud”, nata in Calabria tanti anni fa e che ancora continua a lottare. Racconta di come il pensiero mafioso si ripresenti ogni giorno – nelle sue svariate forme – durante la nostra crescita e di come sia possibile combatterlo: cercando di essere dei “cattivi maestri”, insegnando(ci) a non abbassare mai la testa.
il libro (2): “Il giorno della Civetta”
di Leonardo Sciascia (Adelphi, 2002)
Un grande classico da leggere e rileggere per ritornare nella seconda metà del XX secolo, quando ancora la mafia “non esisteva”, ma appariva onnipresente nel lavoro, nella politica, negli avvenimenti e perfino nelle espressioni dipinte in quella (non cosí lontana) Sicilia.
Martina:
il libro: “La nostra guerra non è mai finita”
di Giovanni Tizian (Mondadori, 2013)
Oltre ad analizzare come agiscono le organizzazioni criminali sul nostro territorio è la storia di Giovanni. Parla di crescita, di amore e difficoltà. “Ricordare e raccontare sono atti troppi rivoluzionari, troppo scomodi per chi ha costruito il proprio impero sulla menzogna e sull’omertà”
il film: “Le mani sulla città”
di Francesco Rosi
Un film in cui i “personaggi e i fatti narrati sono immaginari, ma è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce”. Nonostante sia un film del 1963 le vicende che descrive – speculazioni, soprusi, irregolarità edilizie – sono purtroppo ancora molto attuali ed è quindi importante mantenere alta l’attenzione su questi temi.
Sofia:
il libro: “Passione di Michele”
di Giuseppe Fava (Mesogea, 2009)
Un libro che ci ricorda ancora una volta che il contrasto alle mafie deve essere legato al contrasto alla povertà e alle diseguaglianze sociali.
Nel romanzo, l’ultimo scritto dal giornalista-scrittore-drammaturgo ucciso dalla mafia nel 1984 – viene raccontata la storia di un ragazzo di Palma di Montechiaro, piccolo paese in provincia di Agrigento, nato in una famiglia di contadini e costretto a emigrare nella Germania dei grandi stabilimenti industriali. Un libro che racconta una frattura culturale che sembra essere insanabile.
il film: “Ilaria Alpi, l’ultimo viaggio”
di Claudio Canepari, Gabriele Gravagna
Un documentario che ripercorre l’ultimo viaggio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi in Somalia il 20 marzo 1994. E che ci ricorda il valore del giornalismo d’inchiesta: un giornalismo che collega, va a fondo. Una informazione che affronta con ostinazione i problemi che ostruiscono la vista di un occhio critico che punti dritto alla verità nascosta.
Fiore:
il libro: “Il figlio prediletto”
di Angela Nanetti (Neri Pozza, 2018)
Sono poche le scrittrici donne che scrivono narrativa a tema criminalità organizzata, Nannetti lo fa in modo deciso, senza tralasciare gli aspetti più intimi dei suoi personaggi. Due storie di resistenza e ribellione, quella di Nunzio e del nipote, magistralmente intrecciate, in un romanzo capace di sondare magnificamente le pieghe dell’animo umano.
il film: “Il traditore”
di Marco Bellocchio
Uscito recentemente, permette di rivivere il maxiprocesso dagli occhi di uno degli imputati: Tommaso Buscetta. Il collaboratore di giustizia che non vuole essere definito un “infame” perché la mafia vera, cosa nostra, non è quella di Riina e dei suoi sodali.
Ah, oggi è una giornata importante per Libera: l’associazione compie 25 anni.
Data la delicata situazione che stiamo vivendo tutti abbiamo scelto un modo sobrio e misurato di celebrare, nonostante tutto, questa data importante. Sceglieremo e condivideremo foto alle quali siamo particolarmente affezionati e che restituisca il senso di Libera e di questi 25 anni passati insieme. La foto dovrà essere accompagnata da una parola che la rappresenti e da una breve didascalia che espliciti il luogo, l’evento e la data.