Un approfondimento al giorno per ‘organizzare la speranza’, #23

È da poco ricominciata la primavera e se non fosse arrivata la pandemia a bloccarci già da qualche settimana avremmo approfittato del bel tempo per rivivere e animare Villa Celestina, il bene confiscato alle mafie in Quartiere Santo Stefano, a Bologna.

Avete presente, no? Ormai è più di un anno che ve ne parliamo, vi abbiamo raccontato la sua storia, i lavori che faticosamente abbiamo fatto per ripulirla, sistemarla e aprirla al pubblico e poi abbiamo invitato a partecipare anche voi a questa bella esperienza di riutilizzo!

Oggi rimettiamo insieme i pezzi di questa storia di cui ognuna di noi è un poco protagonista, chi se l’è persa può recuperarla, chi già la conosce può rinfrescarsi la memoria in attesa di ripartire. Perchè ripartiremo, alla grande.

 

Villa Celestina viene rilevata per la prima volta nel 1884 dall’Istituto Geografico Militare, ma la memoria viva del quartiere attesta la sua presenza fin dal primo ottocento: una villa padronale dell’ultima parte di campagna prima della città, lì ai piedi dei colli. La nostra storia però comincia nel 1995 quando lo stabile viene acquistato da Giovanni Costa. 

Costa avvia i lavori di ristrutturazione: il progetto prevede otto appartamenti e la costruzione nel giardino di un posto auto meccanizzato interrato. La realizzazione della concessione ha però un iter molto travagliato e non è portato a termine: Giovanni Costa viene condannato per il reato di riciclaggio aggravato, a seguito di operazioni finanziarie che, secondo il Tribunale di Bologna, sono state portate a termine anche per conto della famiglia mafiosa dei Montaldo di Villabate e parallelamente nel 2003 gli vengono sequestrate alcune proprietà tra cui Villa Celestina. Nel 2008 viene confermata la confisca dei suoi beni e nel settembre del 2013, dopo essersi reso irreperibile da marzo dello stesso anno, Giovanni Costa viene arrestato latitante a Santo Domingo. 

 

Dal 2008, quindi, la Villa diventa proprietà dello Stato, ma in pratica resta inutilizzata per dieci anni, a causa della sua condizione di instabilità e dell’importante costo del restauro. 
Noi, però, abbiamo sempre creduto che un bene confiscato debba diventare un bene comune, uno spazio di cui prendersi cura, di cui la comunità si prenda cura, un luogo a disposizione di tutte e tutti. Così abbiamo chiesto al Comune di Bologna di accogliere questa sfida e nel marzo 2018 l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha decretato il trasferimento al patrimonio del Comune di Bologna del complesso di Villa Celestina per scopi sociali e in attesa della sua ristrutturazione e di una destinazione definitiva il Comune ha siglato con noi un patto di collaborazione per la cura e custodia del giardino del bene.

Non restava che partire, quindi. Abbiamo suonato al campanello dei nostri nuovi vicini, dei residenti del quartiere e abbiamo chiesto: «cosa ci facciamo qui ora, insieme?». Abbiamo raccolto desideri e proposte da anziani del luogo, dagli studenti dell’università, dalle mamme della via e abbiamo reso per l’estate 2019 quel giardino un piccolo punto di riferimento per studiare, per ascoltare musica classica o per pranzare insieme.

 

Poi è arrivato l’autunno e ci siamo rivolte alle scuole, con la stessa domanda abbiamo aperto i cancelli del bene confiscato a più di 150 studenti: «Questa è Villa Celestina, cosa vorreste farci?». Abbiamo raccolto ancora idee, piccoli progetti da realizzare nell’anno che abbiamo davanti. Nello stesso periodo l’abbiamo reso un centro di ricerca e di produzione culturale attraverso tavoli di lavoro aperti alla cittadinanza con lo scopo di elaborare un dossier di informazione sulla corruzione nella nostra città: Corruzione Sepolta.

Non è finita qui. Se l’edificio principale della villa ha ancora molta strada davanti a sé per vedere attuato il suo riutilizzo sociale, noi vorremmo vedere accelerarsi i tempi su quella che chiamiamo “casetta del custode”. Uno stabile notevolmente più piccolo che si trova invece in condizioni di stabilità e per cui stiamo avviando un progetto per la risistemazione di questo piccolo spazio con attività di autocostruzione, con i campi di E!State Liberi e insieme ai nostri volontari.

 

Negli ultimi mesi abbiamo fatto tantissimo a Villa Celestina, ma siamo pronte a fare tanto altro. Seguiteci sui nostri canali perchè appena sarà possibile il cancello di Villa Celestina riaprirà!

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