A Bologna ci sono beni confiscati alla criminalità organizzata. Sono beni dentro e fuori le mura della città, nel Comune e nella Città Metropolitana. Sono segni concreti della presenza mafiosa nella nostra città, in molti casi non ancora riutilizzati a fini sociali o istituzionali, come prevede la legge voluta da Libera contro le mafie nel 1996: perché la società civile sia protagonista della lotta alle mafie, attraverso la possibilità di riappropriarsi di spazi e crearne di nuovi. Perché i beni confiscati, da esclusivi diventino condivisi, dall’essere di associazioni criminali o mafiose a essere della collettività.
Nel Comune di Bologna risultano essere stati confiscati in via definitiva 9 immobili, la maggior parte dei quali confiscati a Giovanni Costa.
I beni confiscati a Giovanni Costa
· Due appartamenti in Galleria Falcone e Borsellino 1 con un box auto in via Santa Margherita: un appartamento risulta assegnato al Ministero della Giustizia quale alloggio del Questore, mentre l’altro, ai dati del 2015, risulta in gestione dell’Agenzia, ma ancora occupato dalla famiglia dell’imprenditore.
· Un ufficio in via Galliera 17, destinato al Ministero degli Interni e utilizzo come ufficio per gli usi civici fino a poco tempo fa e ora in attesa di nuova riassegnazione.
· Villa Celestina, in via Boccaccio 1, confiscata in via definitiva nel 2008 e assegnata al Comune di Bologna nel giugno del 2018. Il Comune ha in programma, una volta ristrutturata completamente la villa che ora è diroccata, di riutilizzarla a fini sociali, per aumentare l’offerta di alloggi in locazione da destinare ai cittadini più vulnerabili inseriti in percorsi di transizione abitativa: il progetto è quello di realizzare tra gli otto e dieci appartamenti destinati alla transizione abitativa. Nel frattempo, il Comune di Bologna ha siglato a giugno 2019 un patto di collaborazione con Libera Bologna per la presa in carico del giardino del bene e il suo riutilizzo in attesa che l’edificio venga ristrutturato.
[Giovanni Costa è stato condannato per il reato di riciclaggio aggravato, a seguito di operazioni finanziarie che, secondo il Tribunale di Bologna, sono state portate a termine anche per conto della famiglia mafiosa dei Montaldo di Villabate. Il sodalizio tra Costa e i Villabate, come emerge dalla sentenza, è stato comprovato dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, che hanno raccontato l’improvviso arricchimento di Costa e il suo trasferimento a Bologna, probabilmente avvenuto per proteggere la sua vita. Le operazioni finanziarie per le quali è stato condannato riguardano i proventi illeciti riciclati grazie a numerosi investimenti immobiliari e finanziari dal 1989 in poi. Nel marzo 2013 Giovanni Costa si era reso irreperibile, dopo che erano stati rigettati i ricorsi presentati dal suo legale. È stato arrestato latitante a Santo Domingo nel settembre dello stesso anno]
Gli altri beni confiscati nel Comune di Bologna
· Appartamento in via Matteotti 39 confiscato a Giuseppe Liuzzi
· Garage in via Matteotti 33, confiscato in via definitiva e assegnato al Comune di Bologna
· Appartamento e Garage in via Edgar Allan Poe 7
A questi si aggiungono anche i beni confiscati in via definitiva a Ciro Cuomo. Dopo le operazioni delle forze di polizia, le inchieste giornalistiche e i percorsi civici e di monitoraggio portati avanti negli ultimi anni anche da Libera Bologna, nel 2025 arriva la confisca definitiva. Viene colpito l’immobile in via Saffi, a Bologna, insieme a una casa ad Arzachena, in Costa Smeralda, a disponibilità finanziarie, e al 100% di quattro società con cui controllava diverse attività commerciali a Bologna, tra queste il Bar Gigi s.r.l.s, oggi in liquidazione. A luglio del 2024 i giudici del Tribunale di Bologna avevano già confermato in appello la misura di prevenzione patrimoniale per la «notevole sperequazione tra i redditi dichiarati, l’attività economica svolta e il patrimonio immobiliare acquisito, ritenuto di ingiustificata provenienza».
I beni confiscati nella Città Metropolitana di Bologna:
- Argelato. Magazzino e autorimessa in via Lame 31, in amministrazione.
- Bentivoglio. Lotto edificabile con villetta in costruzione in Via Ilaria Alpi n. 26 – Loc. Castagnolo. Confiscato a Francesco Ventrici, attualmente risulta essere in amministrazione.
- Bentivoglio. Villa in via Pierpaolo Pasolini n. 4 loc. San Marino. Confiscato a Francesco Ventrici, attualmente risulta essere in amministrazione.
- Borgo Tossignano. 2 abitazioni indipendenti in via Roma 44.
- Calderara di Reno. Appartamento e box auto in via Longarola n. 30/2. Confiscato in I grado, attualmente risulta essere in amministrazione.
- Castiglione dei Pepoli. Villa in via Monte Tavianella confiscata in via definitiva.
- Crevalcore. Abitazione in via di Mezzo Levante. Confiscato in via definitiva, attualmente risulta essere in amministrazione ma ancora occupato dai familiari del destinatario della misura di prevenzione.
- Gaggio Montano. Porzione di fabbricato confiscato in via definitiva e assegnato al Comune di Gaggio Montano. Attualmente n gestione alla Pro Loco.
- Imola. Appartamento e box auto in via Manfredi 16.
- Pianoro. Villetta bifamiliare in via Campiano 12, confiscata a Brunella Tassinari, moglie di Gherardo Cuomo, e assegnata al Comune di Pianoro. Dopo la sua demolizione per motivi strutturali, è diventato un parco pubblico intitolato alle vittime innocenti delle mafie.
- Pianoro. 5 villette in costruzione e lotto edificabile a Montecalvo confiscato in via definitiva a Gherardo Cuomo e in gestione all’Agenzia.
- Pieve di Cento. Villa in via Cento 39, confiscata in via definitiva a Etereldo Campanini e Lina Busi per il reato di usura. Destinata al Comune di Pieve di Cento e in gestione alla Caritas e alla Polizia Municipale.
- San Lazzaro di Savena. Villa in via Zucchi 22, confiscata a Fabrizio Bonora per reati contro il patrimonio. Assegnata al Comune di San Lazzaro e in gestione alla cooperativa Arca di Noè per accoglienza Sprar.
- San Pietro in Casale. Doppio edificio agricolo in via Massumatico 3197, confiscato in via definitiva e in gestione all’Agenzia.